Sono tornata, adoro scrivere ma poi mi perdo nei meandri
delle cose da fare. Perdo un sacco di tempo che potrei impiegare meglio. Perdo
tempo sui social, perdo tempo a ripensare alle cose già fatte, a quelle che
avrei voluto fare e a quelle che dovrei ma che probabilmente non avrò il
coraggio di fare mai. Che inconcludenza! Non sopporto questo lato di me.
Oggi a Milano c’è il sole ma fa freddo, il cielo è azzurro
ma tira vento, io ho cambiato lavoro (che culo di questi tempi eh) ma non so
ancora bene come mi sento in proposito.
Sì, oggi voglio parlarvi proprio di questo, il mio
cambiamento che non è stato solo lavorativo.
Quando si cambia lavoro, non ci si limita solo a cambiare luogo
o mansione, cambia tutto, ad iniziare dalla sveglia al mattino che nel mio caso
è anticipata di ben 20 minuti e amici credetemi
quando dico che per me è “na vera tragedia”. La mattina mi sveglio con questi
pensieri: perché proprio io? Perché tutti mi odiano? Cosa ho fatto di male? Non
potevo nascere figlia di Berlusconi? Insomma una vera e propria esagerazione,
ma sono così da sempre e mica posso cambiare (sia mai). A cambiare poi è anche
la strada da percorrere in macchina, cambia il panorama che vedo, cambia la
prospettiva, cambiano i semafori e di conseguenza i lavavetri. Quello di via
Palmanova (vecchio percorso) lo sapeva che non doveva rompere i coglioni se non
ero io a chiamarlo perché significava che non avevo monete, inoltre conosceva
benissimo le mie abitudini, ossia: il lunedì sono depressa e lasciatemi stare
se non volete rischiare un grugnito, il venerdì alle 18.15 ero capace di amare
tutti e di conseguenza anche lui e allora veniva a bussare. Credo che sapesse
anche quando era per me, quel periodo particolare in cui tutte si trasformano
in licantropi e odiano tutto e tutti, in particolar modo il genere umano in
generale, infatti non si faceva vedere…molto probabilmente vedendomi da lontano
si chiudeva nel primo portone nelle vicinanze, tipo i dalmata della carica dei
101 quando vedono arrivare Crudelia Demon e scappano a gambe levate.
Cambia tutto, cambiano i colleghi (riserverò un post più
avanti per loro), cambia l’ufficio, cambia il capo, cambia il pc e l’archiviazione
delle cose, con la quale sto facendo amicizia adesso ma non siamo ancora in
buoni rapporti.
E poi cambia il tuo atteggiamento, sì proprio così. Mi
sembra quasi di aver avuto un’altra possibilità di far vedere chi sono, senza
pregiudizi e senza quell’idea dura a morire che è la prima impressione, per la
quale se il primo mese di lavoro ti sei fatta valere allora sei brava sempre
altrimenti nulla, fai molta più fatica a recuperare (mi era successa la stessa cosa al liceo, ma lì mi andò di culo al primo quadrimeste e quindi vivevo di rendita)
Mi fermo qui, altrimenti sarei noiosa, sto bene. Mi sento
finalmente meglio!